giovedì 9 ottobre 2008

La bolla del credito al consumo

Comprare a debito è stato per molti anni percepito come un comportamento da non far sapere, lo si è fatto spesso di nascosto e quasi sempre per motivi molto seri. Un tempo, quasi nessuno avrebbe pensato di indebitarsi per fare un viaggio. Negli ultimi anni invece, la gente ha cominciato a fare la fila per i finanziamenti al consumo nei negozi di elettronica, nei supermercati. Non ci si è vergognati più e l'abitudine a vivere a rate ha smesso di essere un tabù. Quello che non si poteva comprare con lo stipendio lo si acquistava a debito. Ma questo sistema non è stato usato solo per le spese strategiche di una famiglia, è diventato un modo per permettersi quello che si desiderava, pensando di pagarlo un po' alla volta, tanto "pagare e morire c'è sempre tempo.
Il vero rischio, anche in Italia, della crisi finanziaria di questi giorni è una ricaduta drammatica per tutte le famiglie “a rischio” che vivono in condizioni di precarietà, con redditi bassi.
Il sistema bancario, un tempo reticente verso il “prestito personale”, da anni ha puntato molto sul sistema del credito al consumo. Per le banche, è molto più facile ottenere un pignoramento su uno stipendio che fare un recupero crediti su qualunque impresa.
Oggi per molte famiglie il rischio è di non riuscire più a far fronte alle rate da pagare, già lo si vede con il mutuo della casa, in cui il tasso variabile ha superato il tasso fisso. Le aziende che hanno venduto a debito potrebbero trovarsi in difficoltà a fronteggiare una forte crescita dei crediti, soprattutto se impossibili da incassare, visto che il sistema bancario sta chiudendo il rubinetto del credito. Se si innesca un meccanismo a catena, anche la bolla del credito al consumo può esplodere: l'unico salvagente che si può lanciare è allungare la durata del debito per tempi indefiniti. La conseguenza sarebbe una drammatica impossibilità per molte famiglie di accedere a lungo al credito. Con riflessi devastanti sui consumi.

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