martedì 21 ottobre 2008

Due uova al tegame, un ricordo di Vittorio Foa

Vittorio Foa ci ha lasciato. Una bella vita si è chiusa. Molti hanno scritto di lui, qui voglio ricordare un incontro, a Milano. Erano gli Anni Settanta e si era appena separato, dopo una lunga vita insieme, dalla moglie Lisa. Stava riorganizzando la propria esistenza, con la curiosità che metteva sempre nelle cose che faceva. In quel momento la sua urgenza era molto semplice, quasi elementare eppure paradossale considerando gli anni che aveva, più di 70. Eravamo a pranzo, dalle parti di via Lamarmora, e Vittorio mi chiedeva come si cucinano due uova al tegame. Glielo spiegai, convinto mi stesse prendendo in giro. Poi uscimmo e andammo a comprare le pentole, di varia misura, che sarebbero dovute servire per organizzare la sua nuova dimensione. Foa era scoppiettante nella sua ironia, nel modo con cui si apprestava ad affrontare un nuovo passaggio della sua vita, con la voglia di ricominciare senza soffermarsi sulla malinconia di una storia appena chiusa. Aveva passato otto anni, quelli della giovinezza, nelle prigioni fasciste, aveva attraversato i tempi terribili della guerra, della ricostruzione, delle sconfitte della sinistra, del fallimento di una vita coniugale conservando intatta la curiosità per il mondo. Forse in questo c'entra il suo essere ebreo, con l'abitudine a ricominciare ogni volta. Stasera mi cucinerò due uova al tegame, sarà la mia cerimonia funebre in suo onore. Un abbraccio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto articoli commoventi che ricordano quest'uomo, di cui io non so nulla. Leggendo gli elogi scritti da chi lo ricorda mi sono sentita piccola nella mia ignoranza. Miriam Mafai ricordava ieri la sua grande coerenza, ed è proprio questa qualità, di cui sento immensamente la mancanza di qiesti tempi, che mi ha fatto venire voglia di scoprire Foà. Spero potrai aiutarmi a conoscerlo.