martedì 4 novembre 2008

I partiti della destra irragionevole, negli Usa e qui

Paul Krugman, vincitore del premio Nobel per l'economia nel 2008, ha scritto sul New York Times, alla vigilia dell'elezione del presidente degli Stati Uniti, un'analisi sul Partito repubblicano. Krugman ritiene che la vittoria tocchi ad Obama e quindi inserisce la sua analisi in una cornice di sconfitta per il partito di Bush e di McCain.
Ho ritenuto di segnalare una parte dell’articolo perchè, depurato dai riferimenti allo specifico contesto americano, sembra disegnare in pieno anche l'identità del nostro Partito della Libertà. La situazione è diversa: qui il Pdl governa con un'ampia maggioranza, là il GOP – Gran Old Party - sembra destinato a una sconfitta pesante. Ma la natura, l'identità, i valori, i comportamenti che Krugman attribuisce al partito repubblicano si ritrovano in pieno nella natura identità, valori e comportamenti del partito di Berlusconi. Leggete le righe seguenti (saltando le parole tra parentesi), poi provate ad appiccicarle al Pdl.
"Tuttavia pare verosimile – scrive Krugman - che la lunga trasformazione (del Gop) nel partito della destra irragionevole, paradiso di razzisti e reazionari, si acceleri (in conseguenza dell´incombente sconfitta).
Questo dato di fatto costituirà un vero problema per i conservatori moderati: molti di loro hanno trascorso gli ultimi anni
(dell´Amministrazione Bush) a negare l´evidenza, a chiudere gli occhi di fronte alle scorrettezze dell´Amministrazione e a farsi beffe della legalità. Alcuni di loro hanno cercato di mantenere questo stesso atteggiamento di negazione dell´evidenza nella stagione della campagna elettorale di quest´anno, anche mentre le tattiche della campagna (McCain-Palin) si facevano sempre più agguerrite. Uno di questi giorni, però, dovranno pur rendersi conto che (il Gop) è diventato infine il partito dell´intolleranza”.

Non è successo lo stesso nei mesi scorsi di campagna elettorale qui? Quanti commentatori moderati hanno voltato la testa dall’altra parte, allora e oggi, minimizzando l’esperienza di questi mesi di governo, la dittatura della maggioranza, gli episodi di razzismo e di intolleranza, l’orgoglio di dichiararsi fascisti, i pestaggi dei diversi, le leggi ad personam, l’abuso della legiferazione per decreto e colpi di fiducia parlamentare, il disprezzo dell’opposizione, la proclamazione ad eroi di mafiosi condannati con pena definitiva.
Tutto questo, e molto altro ancora, non confermano che il Pdl sia – a tutti gli effetti – il partito dell’intolleranza, in un’Italia sempre più cattiva ed egoista? Quali responsabilità portano sulle proprie spalle coloro, tra cui gran parte dei commentatori del Corriere della Sera a esempio, che preferiscono non vedere?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare la progressiva strisciante aggressione all'informazione televisiva, condotta in queste ultime settimane, che si è concretizzata nelle dichiarazioni di Dell'Utri,gravissime, relative alla necessità di avere un'informazione più morbida,dei giornalisti televisivi dall'aria serena che non deprimano il telespettatore con notizie deprimenti. E gli ultimi telegiornali della Buonamici sembrano rispondere a queste direttive; notatela: sorridente e rassicurante. Più che un'informazione tv il Pdl vuole un Truman's show. Speriamo che prima o poi cada un riflettore dal cielo. Rita